Anno bisestile per Emilia Romagna Teatri significa un giorno in più in compagnia degli artisti internazionali di VIE Festival 2020. Sull’onda dell’edizione del 2019, il festival inizia a fine febbraio portandoci per mano fino a inizio marzo. Dieci giorni immersi nella scena contemporanea alla ricerca di quelle che sono le “tendenze” che calcano i palchi europei per quanto riguarda lo spettacolo dal vivo. Un viaggio, quindi, che attraversa anche cinque città: Modena, Bologna, Cesena, Carpi e Spilamberto.
Ma tu che stai leggendo, spettatore medio, stai sicuramente cercando un valido motivo per dedicare due ore a uno spettacolo in spagnolo sovratitolato in italiano. Quel qualcosa che ti fa prendere l’auto per andare fino al Teatro delle Passioni di Modena o al Bonci di Cesena. Non ti devi preoccupare però, la scena contemporanea offre opere per tutti i gusti!
Gli habitué di VIE si ricorderanno sicuramente il nome di Gabriel Calderón (Ex-que revientes los actores), anche quest’anno presente ma in veste di “guida” dei ragazzi del corso di perfezionamento Dramaturg internazionale (Scula Iolanda Gazzero) compositori di una drammaturgia collettiva per L’interessante vita di qualcuno (Spilamberto, 22 e 23 febbraio).
Quasi omonimo di Gabriel è il cileno Guillermo Calderón in scena con Dragón (Carpi, 27 febbraio) una critica aggressiva al ruolo dell’arte nella politica. Presente nell’edizione del 2008, ha incantato il pubblico per il suo linguaggio camaleontico e capace di portare i problemi d’oltre oceano talmente vicini da sembrare della porta accanto.
Chi invece cerca “l’alternativa” alla scena frontale ecco il collettivo fiammingo FC Bergman con Het land Nod (Bologna fiere – padiglione 36, 28 e 29 febbraio e 1 marzo). Una scena muta di acrobazie, energie e immagini della Galleria Rubens del Museo di Anversa a “animare” quelle narrazioni appese alle pareti e raccontare le vite di tutti i visitatori ignari che cercano conforto nei musei.
Ma se non volete allontanarvi più di tanto, l’Arena del Sole potrebbe aiutarvi: si inizia il 22 e 23 febbraio con Architecture e si salta al weekend successivo con Nudità. Il primo Pascal Lambert con una maratona di tre ore e di tre decenni che disegna dei protagonisti, combattenti in nome della giustizia e del sapere, ma che cadranno a metafora di un “mantello di sangue” che copre l’Europa. Il secondo un monito sul posto dell’uomo come abitante fisico del mondo, in un dialogo tra arte dei pupi e danza, Mimmo Cuticchio e Virgilio Sieni.
Ma tu che stai leggendo, spettatore medio, stai sicuramente cercando un valido motivo per dedicare due ore a uno spettacolo in spagnolo sovratitolato in italiano. Quel qualcosa che ti fa prendere l’auto per andare fino al Teatro delle Passioni di Modena o al Bonci di Cesena. Non ti devi preoccupare però, la scena contemporanea offre opere per tutti i gusti!
Gli habitué di VIE si ricorderanno sicuramente il nome di Gabriel Calderón (Ex-que revientes los actores), anche quest’anno presente ma in veste di “guida” dei ragazzi del corso di perfezionamento Dramaturg internazionale (Scula Iolanda Gazzero) compositori di una drammaturgia collettiva per L’interessante vita di qualcuno (Spilamberto, 22 e 23 febbraio).
Quasi omonimo di Gabriel è il cileno Guillermo Calderón in scena con Dragón (Carpi, 27 febbraio) una critica aggressiva al ruolo dell’arte nella politica. Presente nell’edizione del 2008, ha incantato il pubblico per il suo linguaggio camaleontico e capace di portare i problemi d’oltre oceano talmente vicini da sembrare della porta accanto.
Chi invece cerca “l’alternativa” alla scena frontale ecco il collettivo fiammingo FC Bergman con Het land Nod (Bologna fiere – padiglione 36, 28 e 29 febbraio e 1 marzo). Una scena muta di acrobazie, energie e immagini della Galleria Rubens del Museo di Anversa a “animare” quelle narrazioni appese alle pareti e raccontare le vite di tutti i visitatori ignari che cercano conforto nei musei.
Ma se non volete allontanarvi più di tanto, l’Arena del Sole potrebbe aiutarvi: si inizia il 22 e 23 febbraio con Architecture e si salta al weekend successivo con Nudità. Il primo Pascal Lambert con una maratona di tre ore e di tre decenni che disegna dei protagonisti, combattenti in nome della giustizia e del sapere, ma che cadranno a metafora di un “mantello di sangue” che copre l’Europa. Il secondo un monito sul posto dell’uomo come abitante fisico del mondo, in un dialogo tra arte dei pupi e danza, Mimmo Cuticchio e Virgilio Sieni.
Eleonora Poli
]]>L'autore
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Redazione intermittente sulle arti sceniche contemporanee.