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Via tutti gli elementi superflui. Margherita Palli e le scenografie per Luca Ronconi

di Altre Velocità

Lucia di Lammermoor di Donizetti, ultimo lavoro del grande regista. Precisa fin da subito come Ronconi pensasse alle scene partendo dalla drammaturgia. Non voleva, però, che fossero univoche o troppo condizionanti proprio per permettere, sia al regista ma anche agli spettatori, diverse interpretazioni senza andare fuori tema. Una «serie di frammenti di spazi», così li definiva. Il caso di Lucia di Lammermoor è un esempio per capire questo gioco scenico: nella pièce la protagonista subisce le imposizioni e gli inganni dell’impero maschile della sua famiglia e, in questo clima così ostile, vive un amore squilibrato. Una situazione che la porterà prima alla pazzia, e poi alla morte. Ronconi e Palli hanno trasformato il luogo originario, ovvero un romantico castello scozzese, in un manicomio, una fortezza claustrofobica. Una soluzione che ha permesso di raccontare freddamente e concretamente la pazzia e poi la morte di Lucia. [caption id="attachment_716" align="alignnone" width="1200"] ph Yasuko Kageyama / Teatro dell’Opera di Roma[/caption] Via tutte le decorazioni, via la simmetria, via tutti gli elementi superflui. In scena ogni oggetto serve o simboleggia qualcosa. Un lavoro costruito con strutture volumetriche, fatte di scale e passerelle che si modificano col progredire dell’azione, trasformandosi continuamente e raccontando qualcosa di più. Dei luoghi, inoltre, fatti su misura dei cantanti, affinché il “bel canto” fosse servito in tutta sicurezza. Palli ci rivela, infatti, come il lavoro dello scenografo debba talvolta considerare la statura e l’agilità di chi abiterà la scena, specialmente quando il tempo dell’azione, nel caso dell’opera lirica, è dettato dalla musica e non transige rallentamenti di alcun tipo. In ogni caso Ronconi, forse perché molto capace anche nel disegno, è sempre stato in grado di fornire precise indicazioni sullo spazio e lei ha saputo seguirlo fin nei minimi dettagli. Dimostra come, talvolta, sia il rispetto delle regole sia il riferimento all’antica tradizione artistica, non impediscano la creatività ma rappresentino invece un fondamentale punto di partenza per esprimere la propria individualità. Camilla Fiore]]>

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