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Pavel Otdelnov, "Zona pericolosa" (da commons.wikimedia.org)

Parole dalle classi. Nel buio

di Agnese Doria

Inauguriamo oggi una rubrica dall’interno delle scuole, dove Altre Velocità opera con progetti di educazione allo sguardo e di diffusione della cultura critica. La prospettiva di ragazzi e ragazze spesso sorprende e spiazza, illuminando delle “zone d’ombra” della pratica scenica che talvolta “noi adulti” non riusciamo a vedere o non riusciamo a interpretare dalla giusta angolatura. Perciò ci sembra importante riflettere sul teatro e sulla spettatorialità anche a partire dalla voce viva dei giovanissimi, per mettere in discussione preconcetti o impostazioni troppo rigide.

Qualche tempo fa abbiamo ricevuto una risposta affilata come una lama alla domanda: “Che cos’è per te teatro?” Un ragazzo di una terza Liceo Scientifico di Modena, biondo, magrolino e con gli occhi puntuti ha risposto: «Per me teatro è quel momento tra il buio e la luce».

Cinque anni fa fu Ambra, di otto anni, a risponderci con una simile precisione tattile. «Non lo so di cosa parlava lo spettacolo, quel che so è che era tutto buio».

William James, psicologo e filosofo statunitense (fratello di Henry James, l’autore di Ritratto di Signora) descrive lo sforzo di analizzare in maniera introspettiva la nostra stessa coscienza come «il tentativo di accendere la luce abbastanza in fretta da poter vedere che aspetto ha il buio».

Il buio è un fattore immersivo vitale e di immensa intensità nell’esperienza del teatro, palpabile quanto sfuggente, tangibile eppure indistinto. E quel passaggio dal buio alla luce e viceversa è davvero l’attraversamento di una soglia che lo spettatore compie per ritrovarsi in un altrove. Non per scoprirsi diverso e non solo per incontrare l’alterità ma per fare esperienza di un paese che non c’è. Fare conoscenza di questo ignoto è ad oggi una delle avventure che possiamo donarci relativamente a basso costo che non sia un Airbnb experience o altri “autentici momenti” acquistabili e a basso tasso di impegno per i fruitori.

L'autore

  • Agnese Doria

    Classe 78, veneta di nascita e bolognese d’adozione, si laurea in lettere e filosofia al Dams Teatro e per alcuni anni insegna nelle scuole d'infanzia di Bologna e provincia e lavora a Milano nella redazione di Ubulibri diretta da Franco Quadri. Dal 2007 è giornalista iscritta all’ordine dell’Emilia-Romagna. Ha collaborato con La Repubblica Bologna e l’Unità Emilia-Romagna scrivendo di teatro e con radio Città del Capo.

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