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Frammenti da un Terzo teatro: esempi performativi

di Altre Velocità

Il convegno Terzo teatro: ieri, oggi, domani (18 marzo 2017, presso Laboratori DMS) giunge a conclusione con un ultimo momento dedicato agli interventi performativi: nella sala/teatro dei laboratori cinque gruppi di artisti legati al terzo teatro presentano spezzoni del loro lavoro, offrendo uno spunto concreto all’indagine teorica che ha animato la giornata.   Instabili Vaganti La compagnia presenta due estratti dallo spettacolo Made in Ilva, con Nicola Pianzola e la regia di Anna Dora Dorno. Un solo accompagnato da musica ossessiva che alimenta il lavoro dell’attore restituendo un’atmosfera claustrofobica alla scena, un ambiente costretto che vuole evocare la fabbrica e il suo effetto brutalizzante sull’uomo; le parole “lavora”, “crea”, “agisci”, riecheggiano ritmando l’azione. Lo spettacolo affronta il tema della situazione del lavoro in Italia e nel mondo, a partire dal caso dell’industria Ilva di Taranto.   Lorenzo Gleijeses (con l’accompagnamento sonoro di Mirto Baliani)   Il lavoro proposto, diviso in tre frammenti, deriva dal progetto 58° Parallelo Nord, una produzione in cui sono coinvolti vari artisti. I primi due frammenti appartengono a Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa, diretto da Eugenio Barba con la collaborazione di Julia Varley, il terzo deriva invece da Corcovado, realizzato con Michele Di Stefano e Luigi De Angelis. I tre pezzi presentano gli stessi materiali – azioni fisiche che inanellate costruiscono le sequenze – variati nel ritmo, nella dinamica, nello spazio e contestualizzati differentemente: verso la sclerosi della coreografia il primo, accompagnato dal colloquio con una segreteria telefonica il secondo e il terzo che accende di colore e fluidità le azioni per mezzo di un costume ispirato ad un immaginario brasiliano.   Claudia Contin Arlecchino   Con la regia di Ferruccio Merisi, la Contin ci presenta La Guerra del poeta, spettacolo basato sull’incontro della poesia di Giuseppe Ungaretti con le visioni di Egon Schiele. L’attrice si trascina sorretta da un tronco dalla platea al palco; è vestita come un soldato italiano della prima guerra mondiale. I testi di poesie e scritti di Ungaretti sono intrecciati ad un lavoro fisico che trova la scintilla generativa in un percorso di indagine sull’azione e di preparazione fisica dell’attore, che attinge all’iconografia del pittore austriaco.   ErosAntEros Agata Tomsic e Davide Sacco davanti al microfono ci raccontano i possibili legami della loro compagnia portando alla memoria il periodo in cui sono stati ospitati da Eugenio Barba alla residenza dell’Odin; ne rivivono i consigli, su come sorprendere e sorprendersi e condividono la direzione etica di un teatro che nasce dal lavoro di gruppo. Offrono anche un estratto della loro lettura-concerto Sulla difficoltà di dire la verità, dal testo di Brecht; la vocalità e i movimenti del viso dell’attrice sono immersi in un contesto sonoro spigoloso che colora di tinte espressionistiche la restituzione del testo.   Mario Barzaghi Mario Barzaghi illustra performativamente la sua via nel coniugare la forma del kathakali con la recitazione occidentale. In particolare si sofferma su Frammenti divini di un viaggio in Inferno, dove la narrazione dell’Inferno di Dante procede attraverso l’azione dei personaggi. Barzaghi ci mostra la sua interpretazione di Caronte, reso fisicamente attraverso dettagli caratterizzanti, lavorando sugli occhi ed il movimento degli zigomi. Per ottenere questo risultato ha bisogno della precisione del kathakali, paragonando la raffigurazione i del demonio a quella di un dio del teatro-danza indiano.  

Matteo Boriassi

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