altrevelocita-logo-nero
(foto di Claudia Ioan)
(foto di Claudia Ioan)

“Quello che ci muove” e “La danza che muove”. Due percorsi di Sosta Palmizi per una comunità-laboratorio

di Nella Califano

La compagnia Sosta Palmizi è una tra le prime e più rilevanti formazioni di danza contemporanea in Italia e da circa un quarantennio vede i fondatori, Raffaella Giordano e Giorgio Rossi, dedicarsi alla realizzazione di progetti artistici e alla formazione di giovani generazioni di danzatori. È chiarissima la vocazione pedagogica della compagnia e la convinzione dei suoi fondatori che la danza sia capace di attivare processi di conoscenza di sé e del mondo, di generare connessioni e offrire opportunità. Non a caso Sosta Palmizi si è impegnata fin dal principio a intessere relazioni con le realtà del territorio in cui opera, tra Arezzo e Cortona, e a creare nuove collaborazioni con artisti, artiste, autori, autrici, interpreti, con altri festival e con le scuole aretine come il Liceo Coreutico Piero della Francesca.

La compagnia, inoltre, alle storiche rassegne quali “Invito di Sosta_danza contemporanea d’autore” e “Altre Danze_Portiamo i ragazzi a teatro!” e all’attuale “La danza che muove”, ha sempre affiancato un lavoro di sensibilizzazione rivolto alla cittadinanza, attraverso esperienze di avvicinamento alla danza come il progetto “Incamminarsi”, nato nel 2012 e per alcune edizioni aperto anche ai bambini e alle bambine. Un lavoro sull’ascolto, sull’armonia e sul ritmo, finalizzato al superamento dei limiti autoimposti per riscoprire il piacere di connettersi al proprio corpo a partire dalla concretezza del gesto. Molto significativa in questo senso è anche la realizzazione di workshop gratuiti rivolti ad adulti e bambini prima degli spettacoli in rassegna, un lavoro di accompagnamento alla visione incentrato sulla scoperta e sulla sperimentazione del movimento danzato.

Questo lungo lavoro di fidelizzazione ha inizio molto tempo fa e continua con lo stesso entusiasmo anche grazie al coinvolgimento degli istituti scolastici del territorio. Proprio dalla sinergia tra Sosta Palmizi e l’Istituto Comprensivo F. Severi di Arezzo (con il partenariato anche del Comune di Arezzo, Fondazione Guido d’Arezzo, l’associazione Macma e il centro d’arte Rosy Boa), nasce un progetto molto articolato, “Quello che ci muove”, vincitore del bando “Per Chi Crea” promosso da SIAE e MiC nel 2023. Le ideatrici Ilaria Gradassi e Marcella Manco, docenti dell’istituto, e Silvia Taborelli, referente per Sosta Palmizi, hanno elaborato una proposta a partire dalle evidenti difficoltà, fisiche ed emotive, riscontrate in bambini e bambine, ragazze e ragazzi nell’entrare in contatto tra loro dopo la pandemia da Covid-19.

È apparsa lampante la necessità di ripartire dal corpo esplorandone le potenzialità e riappropriandosi di un fondamentale strumento di relazione, necessario per la costruzione della propria identità. La danza è stata individuata come disciplina ideale per il raggiungimento di questo obiettivo. Il progetto prevede la realizzazione di diverse esperienze artistiche e culturali legate alla danza per studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado: la visione di spettacoli e mostre, la visita ad alcuni luoghi significativi del territorio, la partecipazione a laboratori condotti da artisti e artiste come Enrica Zampetti, Jacopo Jenna, Valentina Dal Mas e lo stesso Giorgio Rossi, corsi di video-documentazione e infine una mostra delle opere realizzate dagli studenti e dalle studentesse nell’ambito delle attività di formazione presso la galleria Rosy Boa, nel centro storico di Arezzo. L’iniziativa ha permesso ai ragazzi e alle ragazze dell’’Istituto di entrare in contatto diretto con la danza, con il teatro e con il mondo dell’arte in generale e di condividere le proprie esperienze con la comunità, uscendo fuori dalla scuola e avventurandosi dentro e fuori la propria città.

Il progetto “Quello che ci muove”, inoltre, è strettamente collegato alla rassegna di danza contemporanea “La danza che muove”. Gli studenti e le studentesse dell’Istituto hanno infatti avuto la possibilità di partecipare gratuitamente agli spettacoli in matinée della rassegna e alcune classi della scuola primaria sono diventate parte attiva del processo che ha portato alla realizzazione di “perAria”, una produzione Associazione Sosta Palmizi in collaborazione con I Nuovi Scalzi, andato in scena il 27 ottobre presso il Teatro Mecenate di Arezzo. Lo spettacolo è stato rappresentato anche in pomeridiana, in presenza di moltissimi spettatori e spettatrici di tutte le età che hanno frequentato le numerose attività proposte da Sosta Palmizi nel corso dell’anno, oltre, naturalmente, al pubblico affezionato di sempre.

(foto di Claudia Ioan)

“perAria” nasce dalla collaborazione tra Giorgio Rossi, che si è occupato delle coreografie e della creazione scenica, e Savino Maria Italiano, drammaturgo dello spettacolo e danzatore in scena insieme a Verdiana Gelao e Anna Di Bari. Il lavoro prende le mosse da un’indagine sul tema dell’aria intesa come capacità di affrontare la vita con leggerezza. È un omaggio alla naturale spensieratezza tipica dell’infanzia, un augurio per noi adulti a poterla ritrovare. Questa ricerca sul movimento è stata condotta precedentemente non solo attraverso laboratori rivolti alla classi, ma anche incontri con il pubblico di tutte le età. Di grande ispirazione sono stati i giochi all’aria aperta dei bambini e i fenomeni atmosferici. Le coreografie e i movimenti dello spettacolo nascono da azioni concrete, sostenute dalle musiche del pianista e compositore Livio Minafra, che integra il linguaggio musicale a quello fisico della danza.

L’aria è un elemento fondamentale della vita umana: senza aria non c’è respiro, non c’è suono; l’aria favorisce il movimento, racconta qualcosa di noi. E forse anche degli altri. Sussurra storie all’orecchio attento e vorace dell’infanzia. I tre personaggi in scena hanno una grande voglia di giocare, con il corpo, con le parole e con gli oggetti che hanno a disposizione. I tre lettini in scena suggeriscono che ci troviamo nell’intimità di una cameretta, in un momento in cui i bambini possono godersi la libertà del gioco prima dell’arrivo degli adulti. Noi spettatori e spettatrici siamo chiamati a intervenire in più occasioni e i tre scatenatissimi protagonisti sono disposti anche a raggiungerci in platea pur di coinvolgerci nel loro gioco.

Tutto come sempre comincia con una storia, la storia di Anarera, la città in cui l’aria è assente, ogni cosa è immobile e i corpi si muovono a fatica, a meno di non riuscire a trovare la mamma di tutti i venti. Comincia qui un’avventura fatta di storie nelle storie in cui i protagonisti dei racconti si scambiano e si confondono con i tre personaggi che abbiamo incontrato all’inizio dello spettacolo. Veniamo travolti dall’energia della danza, le emozioni passano dal movimento, lieve e delicato, leggero come l’aria o sfrenato ed esplosivo. Veniamo condotti dentro atmosfere quasi oniriche o nel bel mezzo di una festa scatenata, dove può accadere che dei cappelli volanti trasferiscano la loro personalità a chiunque li indossi.

Il finale ci accompagna dolcemente al cuore dello spettacolo, che sta nel bisogno di fare silenzio, a volte, e starsene semplicemente con la testa per aria, ad ascoltare il vento, che ha sempre qualcosa da raccontare. Sembra un invito a continuare a seguire con gioia e meraviglia quella farfalla colorata che abbiamo già conosciuto in uno dei lavori più suggestivi di Sosta Palmizi, “Esercizi di fantastica”, il cui volo leggero ci porta in mondi nuovi, lontano dal grigiore da cui a volte può capitare di sentirsi avviluppati. Torna il sorriso. Sboccia il desiderio dell’altro. Nasce una storia, questo è certo.

L'autore

Condividi questo articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

articoli recenti

questo articolo è di

Iscriviti alla nostra newsletter

Inviamo una mail al mese con una selezione di contenuti editoriali sul mondo del teatro, curati da Altre Velocità.