Ateliersi fa partire, da ottobre 2023 fino a marzo 2024, un laboratorio di lettura corale su di un classico dell’antropologia, I rom d’Europa. Una storia moderna di Leonardo Piasere (Laterza); libro che fa emergere la storia delle relazioni tra rom, sinti e gagé. Gli incontri, curati da Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi, saranno dislocati tra Atelier Sì e alcune biblioteche della città metropolitana di Bologna, tra cui Biblioteca Amilcar Cabral e Biblioteca Luigi Spina. Il progetto mira a sviluppare “pratiche di tecnica per la pronuncia e processi di organizzazione emotiva e fisica per l’emissione vocale e per l’esaltazione e il controllo dei significati, della narrazione e dei sentimenti”.
Il percorso di lettura collettiva si concluderà simbolicamente l’8 aprile 2024, durante la Giornata internazionale dei rom, sinti e camminanti, in cui sarà organizzato il reading finale delle e dei partecipanti al laboratorio.
Da dove arriva il vostro l’interesse per le comunità rom (e non solo) in Europa?
La genesi di questo percorso è abbastanza lontana nel tempo. Con Ateliersi da tanti anni siamo attivi in molteplici contesti che ci tengono vicini alle comunità rom e a chi si occupa di antiziganismo. Circa 15 anni fa abbiamo deciso di andare a vivere per un periodo a Skopje, nella Macedonia del Nord, nell’unica municipalità al mondo in cui i rom sono in maggioranza. Per due anni abbiamo vissuto tra l’Italia e Šuto Orizari, una delle otto municipalità della capitale che è quasi una cittadina a sé stante, con un consiglio comunale a maggioranza rom, un proprio sindaco e due televisioni che trasmettono in lingua romanì. La ragione del nostro viaggio era, in quel momento, la necessità di alterità; in seguito si è declinata più in un’appartenenza parallela. Col tempo abbiamo costruito gruppi di pensiero e di lavoro con cittadine e cittadini della comunità, sulla scorta del fatto che nel mentre siamo stati adottati da una delle grandi famiglie che la componevano, con cui abbiamo condiviso gli accadimenti quotidiani e quelli straordinari.
Da quell’esperienza, tornati in sede, abbiamo tratto due spettacoli e un libro, ma il desiderio di continuare a interagire con quel “mondo di mondi” non si è esaurito. Così, tornati in Italia il nostro vissuto ci ha aperto una serie di contatti e relazioni, soprattutto con gli studiosi di ziganologia, primo fra tutti Leonardo Piasere. Piasere è uno dei maggiori antropologi che, attraverso ricerca etnografica ma anche storica, è riuscito a ripercorrere la storia di rom e sinti a partire dal XV secolo, dalle prime loro apparizioni in Europa. Una ricostruzione che è stato possibile fare attraverso i vari editti di espulsione che hanno causato i loro spostamenti. Il libro traccia questa ricostruzione, e con Andrea Mochi Sismondi – autore con me dei progetti di Ateliersi – abbiamo sempre sognato di farne una lettura condivisa.
Come nasce dunque il progetto I rom d’Europa – Lettura al cosmo?
Il percorso di letture che abbiamo pensato nasce proprio a partire dal libro di Piasere I rom d’Europa. Una storia moderna. In realtà, la prima apertura del format di “Letture al cosmo” si è concretizzata attraverso un libro di Porpora Marcasciano. Ma in seguito, grazie alla vittoria del bando Ad alta voce del Centro per il libro e la lettura, abbiamo potuto applicare il format a I rom d’Europa. Trattandosi non di un romanzo, bensì di un saggio, sapevamo che non sarebbe stato facile lavorare sulla lettura collettiva ad alta voce. Tuttavia il progetto ha incontrato un immediato interesse e in pochi giorni si è formato un gruppo di una quarantina di persone che seguirà con noi questi incontri iniziati a ottobre e che termineranno l’8 aprile 2024. La scommessa che ci poniamo è quella di scatenare da un saggio, scritto comunque in maniera molto poetica, un insieme di emozioni capaci di mettere in moto il pensiero. L’8 aprile è la Giornata internazionale dei rom, sinti e camminanti, per cui simbolicamente vorremmo realizzare la lettura integrale e collettiva del testo scelto, proprio nel giorno dedicato a questa ampia comunità. Stiamo lavorando affinché anche lo spazio in cui realizzarlo sia simbolico ed evocativo, ma per ora su questo preferiamo non anticipare nulla.
Come immaginate delle “letture al cosmo”?
Le “Letture al cosmo” sono la creazione di un gruppo di persone che si riuniscono attorno alla possibilità di donare un libro al cosmo, passando dalla carta alla voce. Il rapporto che si ha con i libri in silenzio, intimamente, è un tipo di relazione che amiamo; la lettura ad alta voce va ad aggiungere, però, altre possibilità. Il percorso che ci porta alla condivisione della lettura ad alta voce è un percorso di scoperta delle tecniche che favoriscono la gestione dell’attenzione e dell’ascolto e che fanno in modo che l’incontro tra chi sta leggendo e i contenuti del libro possa fare da volano a una amplificazione contenutistica e sentimentale delle parole scritte.
Tra i luoghi in cui preparerete queste letture collettive ci sono anche biblioteche, luoghi semanticamente legati alla memoria ma anche al silenzio. Come mai questa scelta?
Abbiamo coinvolto le biblioteche perché ci piace la possibilità che il nostro laboratorio faccia delle piccole incursioni in luoghi dediti generalmente alla lettura e che si renda aperto e dialogante con le persone che popolano questi spazi.
La biblioteca è uno dei pensatoi che personalmente trovo più interessanti: si va per un libro e nel frattempo se ne incontrano altri cento. Inoltre c’è anche la possibilità di dialogare con le persone che riempiono questi spazi, o anche solo di percepire il senso dei loro comportamenti, il che, anche a livello drammaturgico, trovo decisamente stimolante.
Quale tipo di partecipanti ci sono? Per chi è pensato il progetto?
Ci sono persone che si sono iscritte per fare un percorso sulla lettura ad alta voce, altre perché interessate al tema e altre perché desiderose di seguire un progetto di formazione con me. Prediligo, in questo percorso di formazione, due questioni principali: la relazione con la propria presenza in scena e la preparazione di una qualità emotiva e tecnica che porta a fare emergere le emozioni attraverso la comprensione del contenuto del testo, nell’immediatezza della lettura a prima vista. Leggere per una comunità significa prendersi cura di quell’insieme di persone che ti sta ascoltando. È una questione tecnica: ci divertiamo a scoprire le tecniche che creano attenzione nel momento in cui si sta facendo una lettura per altri. Risulta molto semplice farlo tra due persone, più difficile è prendere la parola di un’altra persona e fare in modo che, per mezzo della tua voce, emerga e si amplifichi nello spazio circostante per altre individualità. In più, parallelamente, abbiamo invitato a partecipare alcune giovani attiviste rom e sinti che abbiamo incontrato in tutto il territorio nazionale e che si è dimostrato molto prezioso coinvolgere. Queste persone partecipano al laboratorio ma riescono ad andare anche oltre la lettura, approfondendo, a beneficio dell’intero gruppo, il grande stigma che ancora arriva addosso a chi nasce in famiglie appartenenti alle comunità rom e sinti.
In tale clima chiuso, respingente, queste persone non si sentono sicure a interagire con l’esterno, a mandare i propri figli a farsi bersagliare per la propria identità: si rassegnano al destino che la società prevede per loro.Tante persone – tra cui molti appartenenti al nostro gruppo di lettura ad alta voce – non hanno mai avuto l’opportunità di ascoltare e di porsi in dialogo con persone rom e sinti; per questo, tra i nostri intenti c’è anche quello di sensibilizzare un pubblico ampio e non informato rispetto alla storia e alle condizioni di comunità eterogenee che spesso vengono approssimativamente raggruppate sotto il “cappello zingaresco”.
Due appuntamenti di Ateliersi all’interno della Stagione teatrale Agorà:
I rom d’Europa / lettura al cosmo – Ateliersi
Sabato 11 novembre ore 10
Le Scuole Biblioteca Pinacoteca
Via Marco Rizzoli, 4/6
Pieve di Cento (BO)
laboratorio annuale di lettura condivisa ad alta voce
a cura di Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi
condotto da Fiorenza Menni
progetto realizzato con il finanziamento del Centro per il libro e la lettura
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Gipsy Lady 1646 – Ateliersi
Sabato 2 dicembre ore 21
Teatro La Casa del Popolo
Via G. Matteotti, 150
Castello d’Argile (BO)
di e con Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi
e con Eugenia Delbue, Elia Marangon, Marco Mochi Sismondi e Andrea Alessandro La Bozzetta
in voce Rossella Dassu, Olga Durano e Andrea Alessandro La Bozzetta
musiche di Esma Redžepova, Dorado Schmitt, Vincenzo Scorza
suono Vincenzo Scorza
a partire dalla commedia Signorina Zingaretta di Florido De Silvestris
grazie alle suggestioni e alla vicinanza di Luca Bravi, Tomas Fulli, Dijana Pavlovic, Eva Rizzin e Leonardo Piasere
direzione tecnica Giovanni Brunetto e Vincenzo Scorza
una produzione Ateliersi
in coproduzione con Associazione Kethane
con il supporto di Istituto di cultura sinta
in collaborazione con Comune di Bologna e ERT /Teatro Nazionale