Succede che in alcune sere di novembre via Minzoni, a Bologna, si riempie di giovani in fila per andare a teatro. Accade al Festival 20 30, la rassegna teatrale a cura della compagnia Kepler-452, ormai giunta alla sesta edizione e appuntamento tanto atteso in città. Il festival si rivolge ai giovani tra i venti e i trent’anni, nell’intento di scoprire quali siano le motivazioni che li spingono ad avvicinarsi a questa realtà e quali invece le resistenze che si oppongono.
Quest’anno, di nuovo con la direzione artistica di Enrico Baraldi e le Avanguardie 2030, la serata di apertura è stata affidata alla giovane compagnia veneta Amor Vacui, il cui spettacolo Intimità si propone di indagare a fondo i rapporti umani, in particolare quelle dinamiche relazionali che troppo spesso si ripetono identiche a se stesse, creando quasi un corto circuito dal quale non sembra esserci più via d’uscita. L’intimità in scena è ricreata anche nella modalità di costruzione della relazione col pubblico, che da spettatore si fa stretto confidente, un caro amico.
Noi ci siamo intrufolati alle prove per una chiacchierata con la compagnia proprio poche ore prima dell’esibizione. Ecco qui qualche estratto audio della conversazione con Lorenzo Maragoni, Andrea Bellacicco e Eleonora Panizzo. Buon ascolto!
L'autore
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Laureata in Dams e in Italianistica, si occupa di giornalismo e cura progetti di studio sul rapporto tra audio, radio e teatro. Ha collaborato con Radio Città Fujiko ed è audio editor per radio e associazioni. Nel 2018 ha vinto il bando di ricerca Biennale ASAC e nel 2020 ha co-curato il radio-documentario "La scena invisibile - Franco Visioli" per RSI.