Amleto Take Away di Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari è uno spettacolo che appartiene al filone del “teatro contemporaneo” e che lascia volontariamente molti dubbi: essere o apparire? Sfruttare il mondo e afferrarlo o aspettare che sia lui a venire da noi? Durante gli applausi stavo ripensando velocemente ad alcuni elementi che mi avevano maggiormente colpita: la seconda attrice in scena (Gabriella Casolari) che portava gli oggetti al protagonista, la panca che veniva lasciata cadere a terra con un tonfo come a segnalarne la presenza, la frase di Amleto che, venuto tra il pubblico e rivoltosi a una signora piuttosto silenziosa, ha espresso il dubbio di essersi avvicinato a una sedia vuota. Poi, l’illuminazione. Amleto è cieco… no, non il personaggio, bensì Gianfranco Berardi, il suo interprete. È stato come se mi fosse passato nella mente tutto lo spettacolo una seconda volta ma al buio: e così ho potuto analizzare i rumori, gli spostamenti, i gesti dell’assistente e attribuire tutto un altro significato alla narrazione. Insomma, una doppia interpretazione regalatami da un solo attore e nel minimo spazio di un’ora e di un palcoscenico spoglio.
Eleonora Poli
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Redazione intermittente sulle arti sceniche contemporanee.