altrevelocita-logo-nero

"Infantile", una bella parola! Intervista a Pietro Fenati

di Altre Velocità

Pietro Fenati è il fondatore della compagnia teatrale per bambini e ragazzi Drammatico Vegetale di Ravenna, autore e regista dello spettacolo Leo. Uno sguardo bambino sul mondo, dedicato a Leonardo da Vinci, inventore e artista il cui genio restò sempre alimentato da una straordinaria immaginazione. Lo intervistiamo dopo la recita tenutasi giovedì 7 febbraio presso il Teatro Testoni Ragazzi di Bologna.

Sono restato stupito dalla reazione dei bambini, completamente rapiti dalle due (bravissime) interpreti. Nessuno intorno a me si è distratto un attimo. Com’è nata l’idea di fondere i 4 elementi (acqua, fuoco, terra, aria) con le opere (invenzioni, appunti o pitture) di Leonardo? E perché Leonardo?

Scrive Sigmund Freud: «il grande Leonardo rimase per tutta la vita per più versi infantile; si dice che tutti i grandi uomini siano destinati a conservare qualcosa di infantile. Continuò a giocare anche in età adulta e questo apparve talora inquietante e incomprensibile agli occhi dei suoi contemporanei…». Togliendo all’aggettivo “infantile” ogni aspetto riduttivo, la frase è completamente condivisibile. È lo sguardo bambino nei confronti del mondo che ci ha interessato. Chiedersi sempre il perché delle cose, come fanno i bambini, e cercare le risposte alle tante domande nella natura e nelle leggi che la regolano. Ecco quindi gli elementi della natura – che sono l’oggetto delle sue speculazioni – diventare materia del nostro gioco teatrale. Le attrici, e noi attraverso loro, guardiamo la terra, l’aria, l’acqua e il fuoco e, giocando con essi, ne scopriamo i segreti. Alla fine poi gli elementi della natura si fondono nell’essenza leonardiana che è la sua pittura.

Parliamo della compagnia Drammatico Vegetale. È stata fondata da lei, insieme a Elvira Mascanzoni e Ezio Antonelli, e si sta avviando verso il 41° anno. Come nasce l’idea di dedicarsi a un pubblico di bambini, in tempi quando ancora non veniva data loro un’attenzione così specifica?

La compagnia è nata nell’anno 1974, in seguito ad alcune prime esperienze di Teatro di animazione compiute al DAMS di Bologna sotto la guida dei docenti Maria Volpicelli e Giuliano Scabia. Durante i primi tre anni di lavoro sperimentale e amatoriale ci siamo avvicinati al mondo dell’infanzia, beneficiando del nuovo clima di apertura del mondo scolastico verso l’esterno, e verso i nuovi linguaggi. Da subito è nata una particolare affinità fra le nostre aspirazioni artistiche e il fermento culturale che percorreva la scuola nelle sue diverse espressioni (era il momento dei decreti delegati che invitavano alla partecipazione attiva anche i genitori).

In tutti questi anni come giudica la risposta dei bambini a teatro? In molti, tra i ragazzi abituati agli spettacoli sin da piccoli, torneranno volentieri in età adulta?

Sono passati ormai 40 da quando il movimento di teatro per bambini e ragazzi ha mosso i primi passi, e di strada ne abbiamo fatta tanta. Gli artisti e le compagnie teatrali hanno sviluppato poetiche e metodologie differenti, confrontandosi anche con le migliori esperienze straniere. Nel corso degli anni sono nati tanti festival, numerosi centri teatrali specializzati nella produzione e nella programmazione rivolta ai ragazzi, incluso il nostro. Naturalmente, quando si parla di diverse poetiche, si parla anche di diversi approcci al pubblico dei bambini e ragazzi.

Il bambino abituato al teatro fin da piccolo può più facilmente interessarsi al teatro in età adulta, anche se non c’è un automatismo. Di solito infatti, in età adolescenziale ragazze e ragazzi spesso smettono di frequentare il teatro preferendo altri interessi; un modo per mantenere vivo l’interesse, in modo particolare per i ragazzi, sta nel fare teatro in prima persona.

Sto pensando all’illustrazione per l’infanzia. Il disegno solo apparentemente banale e semplicistico è in realtà frutto di un grande lavoro dell’illustratore, che deve con giudizio dosare temi, linee, colore etc. Attraverso il teatro quali sono le principali regole cui attenersi di modo da rendere la comunicazione adatta a loro? Quali espedienti?

Bisognerebbe chiedersi innanzitutto se ci siano regole che ci aiutano a catturare l’attenzione dei ragazzi. Schematizzando posso dire: da una parte parlare di quello che già sanno per raggiungere una veloce approvazione, sfruttando quella quota di conservatorismo che c’è anche nei ragazzi, dall’altra stimolare la naturale curiosità del bambino nei confronti di ciò che non conosce, la sua voglia cioè di scoprire cosa c’è al di là del buio e di superare la “paura del lupo”. Inutile dire dove va la nostra preferenza.

Catturare l’attenzione dei bambini e dei ragazzi non è facile però. Cosa non deve mancare in uno spettacolo affinché il messaggio giunga a destinazione, e le distrazioni siano minime?

Mantenere l’attenzione vuole dire stimolare la curiosità di scoprire cosa verrà dopo; il gioco del teatro non deve essere prevedibile e ripetitivo, se non quando la ripetitività diventa parte del gioco e stimolo per nuove scoperte.

Sempre nell’arco dei quarant’anni: ha notato un incremento di famiglie (papà, mamma, nonni) che portano i bambini a teatro?

Si può affermare che c’è stato un costante aumento della partecipazione delle famiglie a teatro, al di là del teatro scolastico. In particolare, negli ultimi anni rilevo molto interesse delle famiglie con bambini piccoli, a partire dai due anni di età. Io penso che ciò dipenda da due fattori: la qualità sempre più alta degli spettacoli proposti e il bisogno di trovare per le giovani famiglie luoghi di aggregazione in cui avere relazioni sociali che stentano ad avere in altri momenti della loro vita.

La vostra compagnia si dedica, oltre che al teatro, anche a installazioni artistiche. Come accolgono i bambini le installazioni? Ad esempio quella realizzata proprio per Leo?

Il nostro progetto dedicato a Leonardo si articola in due parti: lo spettacolo che si intitola Leo. Uno sguardo bambino sul mondo e la mostra interattiva che si intitola Leo delle meraviglie.

I contenuti sono comuni a entrambe le produzioni. Posso dire che se lo spettacolo gioca sull’incanto di scoprire le affinità fra lo sguardo bambino sul mondo e lo sguardo artistico proprio di Leonardo: e degli artisti in genere, la mostra gioca sulla meraviglia di entrare direttamente nelle suggestioni leonardesche. Leonardo inventore, matematico, scrittore e narratore, uomo di teatro, pittore e scultore si palesa attraverso sette ambienti-installazioni, che i bambini fruiscono direttamente, e sapientemente guidati.

Come giudica il programma Alla Lavagna! In onda su Rai 3? Può essere un valore aggiunto o è pura spettacolarizzazione? È giusto secondo lei inculcare ai bambini messaggi politici forti come ha brutalmente fatto l’ex parlamentare transessuale Luxuria? O sarebbe meglio intrattenerli con spettacoli che mettano insieme arte e diletto?

Non conosco molto bene la trasmissione, ne ho visto alcuni momenti. In genere sono contrario alle censure o meglio a considerare i ragazzi non pronti ad affrontare argomenti adulti. Spesso la discriminante è il buon gusto. Il buon gusto degli adulti che spesso latita.

Damiano Perini

]]>

L'autore

Condividi questo articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

articoli recenti

questo articolo è di

Iscriviti alla nostra newsletter

Inviamo una mail al mese con una selezione di contenuti editoriali sul mondo del teatro, curati da Altre Velocità.