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Solo But Not Alone, una vetrina per nutrire il circo contemporaneo italiano

di Valentina Barone

Quali sono le pratiche di incontro che possiamo mettere in gioco in Italia per fare sì che il circo contemporaneo possa crescere e continuare a maturare come linguaggio della scena? Per stimolare una riflessione sul suo posizionamento e le sue dinamiche in corso all’interno del sistema culturale italiano, i promotori del progetto SOLO BUT NOT ALONE hanno creato le condizioni per un confronto attivo tra operatori culturali e artisti di circo nell’ambito del festival Terminal di Udine. Le due giornate in programma il 16 e 17 giugno 2024 hanno così permesso di riflettere insieme sullo stato della creazione artistica made in Italy e la sua circuitazione dentro e fuori i confini nazionali.

Uno showcase dedicato al circo italiano

SOLO BUT NOT ALONE è un progetto di internazionalizzazione a cura di Quattrox4 circo ETS in collaborazione con i partner italiani Circo all’Incirca, Dinamico Festival, MagdaClan e Fondazione Toscana Spettacolo onlus.

Ascoltando l’introduzione di Filippo Malerba e Gaia Vimercati di Quattrox4 Circo ETS, capofila del progetto, è subito chiaro che le premesse dei due giorni di showcase risiedono nella consapevolezza del valore culturale della scoperta. Nell’ecologia di crescita di un settore è importante riconoscere il ruolo, le posizioni, pensieri e l’apertura che le istituzioni culturali e gli operatori professionali – dai performer a chi li affianca da dietro le quinte – all’interno di una relazione reciproca. I partecipanti hanno esplorato i risultati e le ambizioni future intorno alle produzioni artistiche selezionate, ragionando insieme sul ruolo attuale che occupano all’interno della filiera culturale italiana.

Con la sua molteplicità di sguardi e profondità di intenti, l’incontro è stato decisivo per condividere i risultati raggiunti negli ultimi due anni, dimostrando la qualità nutriente e la validità delle sinergie messe in atto dal progetto. L’incontro con gli artisti di SOLO BUT NOT ALONE ha introdotto le produzioni artistiche per poi lasciare spazio a due tavoli di lavoro, uno interamente dedicato agli artisti e l’altro, in parallelo, agli operatori culturali impegnati a programmare o sostenere le creazioni artistiche del progetto, al fine di condensare riflessioni puntuali, condividere domande da affrontare insieme, e lasciare spazio ad approfondimenti sui temi emersi prima di tuffarsi nella visione degli spettacoli veri e propri e condividerli con il pubblico di Terminal.

Quattrox4 lavora da tempo alla creazione di dispositivi a sostegno della ricerca e della visione del circo contemporaneo in Italia, riuscendo a creare sistemi virtuosi di produzione in dinamica con altre realtà nazionali a favore del riconoscimento del circo contemporaneo come linguaggio di creazione. La realtà milanese è anche fortemente impegnata a costruire relazioni con altri paesi e circuiti per rendere possibile uno scambio osmotico tra compagnie dentro e fuori il territorio italiano, impegnandosi attraverso lo studio, la produzione e la programmazione di spettacoli di circo contemporaneo di alto livello, (FUORI ASSE FESTIVAL in Anfiteatro Martesana a Settembre e FUORI ASSE FOCUS in collaborazione con Triennale Milano Teatro a Gennaio) e attraverso dispositivi ibridi e sperimentali di ricerca, come il progetto LA PAROLA AI CORPI.

Il progetto artistico e le sue finalità

Grazie al dispositivo Boarding Pass Plus del MIC, SOLO BUT NOT ALONE è attivo da due edizioni, ciascuna della durata di due anni. Dal suo primo ciclo di vita, 2021-22 al biennio attuale in chiusura, 2023-24, il percorso ha favorito e incrementato la possibilità di crescita artistica e la successiva circuitazione degli spettacoli selezionati. È durante il periodo pandemico che Quattrox4 riconosce la creazione di assoli di circo contemporaneo come un tratto distintivo, ma non esclusivo, dell’autorialità degli artist* italiani. Da qui la decisione di appoggiare spettacoli solisti in un contesto europeo in cui il circo italiano è obiettivamente mancante di sostegno economico e produttivo.

Il rapporto con l’estero è un tratto distintivo del circo, soprattutto per la centralità del corpo nella comunicazione con il pubblico. Perché non coniugare le due coordinate, allora, aprendo la possibilità a un pubblico internazionale di entrare a contatto con nuove produzioni di circo italiane soliste? SOLO BUT NOT ALONE è nato per colmare una lacuna evidente: da un lato la mancanza di dispositivi di produzione e sostegno alla creazione artistica di circo contemporaneo, dall’altra alla sua mancanza di circuitazione dentro e fuori i confini nazionali.

Il contesto attuale nel circo italiano

Il progetto vede l’internazionalizzazione come un passaggio di accrescimento professionalizzante di altissimo valore da condividere con gli artisti selezionati. Negli ultimi quindici anni – l’età attuale di quasi tutte le organizzazioni di circo contemporaneo italiano coinvolte nel progetto – il fenomeno della fuga all’estero di artisti di circo è spesso un fattore determinante che incide la qualità e quantità della produzione artistica attuale.

La formazione di alto livello e l’inserimento nel mondo lavorativo dei performer è realisticamente più valorizzante in Francia e Belgio che nel nostro paese, dando così la possibilità ad artisti italiani di affermarsi oltralpe. In quest’ottica, la creazione di un dispositivo di produzione e distribuzione italiano capace confrontarsi con l’estero agisce come una terza via per coniugare possibilità e necessità, ampliando gli orizzonti dei suoi protagonisti in Europa senza rinunciare ad una base italiana.

SOLO BUT NOT ALONE rivendica anche la necessità di un cambio di paradigma nel processo di creazione artistica. In ambito circense, la creazione di uno spettacolo rappresenta un processo complesso, spesso della durata triennale, e sempre plurale, perché accoglie nel suo procedere numerose professionalità distinte che spaziano dal campo tecnico a quello artistico, ma anche organizzativo. La creazione di soli in scena non deve dunque precludere l’avviamento di processi collettivi capaci di coinvolgere molteplici professionalità dietro le quinte. L’autonomia artistica del singolo, allora, può lasciare spazio ad un valore collettivo che unisce le diverse professionalità, a favore di processi complessi che restino nel tempo e possano creare un modello di riferimento futuro votato all’interdipendenza creativa.

Così, per il suo secondo biennio 2023-24, la linea intrapresa da SOLO BUT NOT ALONE ha riconosciuto e integrato il tratto distintivo della pluralità di sguardi nel processo di creazione circense e migliorato la sua forma diventando un cerchio che si chiude, integrando anche possibilità di affiancamento per gli artisti con figure specializzate nella progettazione, produzione e distribuzione degli spettacoli selezionati.

Non essere da soli è il mantra condiviso dai promotori centrali del progetto: Circo all’Incirca, MagdaClan, Dinamico Festival e Quattrox4, motivate dal valore di mettere in comune la propria maturità progettuale e artistica per fare rete. Per la seconda edizione si è unita al progetto anche Fondazione Toscana Spettacolo Onlus riconoscendone la professionalità anche in un contesto teatrale.

Le coordinate internazionali

Al di fuori dei confini nazionali, SOLO BUT NOT ALONE è un progetto di internazionalizzazione che ha permesso di ampliare le possibilità di confronto e intraprendere nuove strade, grazie a una rete europea tra realtà circensi che condividono con l’Italia intenti e posizionamento. Partner esterni del progetto sono Circ Bover e Fibló de Cap, Spagna, Cirkorama/Cirkobalkana e Cirkus Kolektiv, Croazia, Cirkusfera/Cirkobalkana, Serbia, Erva Daninha/Trengo Festival e INAC/Cupola Circus Village, Portogallo, PST – Priestor Súčasného Tanca/Move Fest, Slovacchia, realtà in crescita che hanno ospitato in residenza e spettacolo i suoi protagonisti.

Per la prima edizione, e in ottica progressiva, SOLO BUT NOT ALONE ha selezionato cinque artisti italiani con una call diretta; la seconda edizione, invece, è stata gestita attraverso una call pubblica a cui hanno risposto 50 artisti e da cui ne sono stati selezionati quattro, l’attuale raggruppamento che durante quest’anno sta portando a termine il proprio percorso.

Nel circo contemporaneo italiano c’è una forte rivendicazione di autorialità, sono spesso gli stessi performer in scena ad essere anche registi. La funzione di autore è sempre più trasversale e condivisa con altre figure interne alla compagnia e che concorrono a creare insieme la forma finale dello spettacolo. Per questo motivo, un’altra novità fondante del secondo biennio è stato l’inserimento di tre figure tecnico-organizzative da affiancare alle compagnie scelte, incrementando la possibilità di scoperta del mondo circense a tecnici di palco, suoni e luci curiosi di entrare in contatto con il genere, spesso molto più esigente dal punto di vista tecnico che altre forme di performing arts, generando un ulteriore livello di accrescimento formativo professionale all’interno del sistema produttivo.

L’audience a cui si rivolgono questi spettacoli è tout public, ma in alcuni casi specifici anche soprattutto adulto e riflessivo, un tipo di pubblico che può comprendere la complessità drammaturgica di una narrazione fisica a servizio di un’idea, capace di cercare intrattenimento ma anche di saper ascoltare una storia significativa e personale.

I progetti artistici selezionati

Tangle, Francesca Mari

Interprete per la rinomata compagnia mono disciplinare Gandini Juggling, Francesca è giocoliera e autrice di Tangle, spettacolo solista che ha debuttato a fine 2021 in Italia e ha effettuato più di 30 repliche. Nato da un viaggio personale nelle isole Tonga in Polinesia, la sua nascita prende le mosse dall’incontro con l’Hiko, un pattern tradizionale circolare di giocoleria eseguito con noci tui tui da sole donne e con Losalio Milika Pusiaki, cultural advisor di questa produzione. Lo spettacolo ribalta la prospettiva dell’appropriazione culturale per dare voce a un esempio virtuoso di scambio e sorellanza interculturale a favore del riconoscimento e propagazione di pratiche minoritarie.

(foto di Stefano Scheda)

2984, Alessandro Maida


Artista di circo attivo da vent’anni, allievo della Flic e poi Esac a Bruxelles, fondatore della compagnia francese Circocentrique e del collettivo italiano con tenda di circo MagdaClan, dopo alcune tournée di gruppo ha scelto la strada solista con 2984, uscito nel 2023. Il titolo è un chiaro omaggio ad Orwell in cui la prospettiva tragica di un futuro arso e senza forme di vita diventa un pretesto per riscoprire l’intimità con sé stessi. Giocoliere acrobata, Alessandro sperimenta in scena rapportandosi con pietre di ogni forma e dimensione, dando vita a uno scenario distopico in cui i confini tra danza, teatro e circo sono ampiamente superati per diventare un tutt’uno.

(foto di Alessandro Villa)

Nessuno, Giorgio Bertolotti


Allievo della scuola Flic, fondatore di MagdaClan insieme ad Alessandro Maida, Giorgio è anche autore dello spettacolo di clown Yuri the Cosmonaut creato insieme a Petr Forman. Durante la lavorazione di un altro progetto artistico a Bologna entra in contatto con la cooperativa MasNada, specializzata nell’ospitalità dei senza tetto e inizia a sperimentare con la figura del trump. Nel suo work in progress, Nessuno, l’invisibilità dell’emarginato prende le forme di un cappotto: una scenografia vestibile ma anche metafora dell’impossibilità di comunicare con la società, riverbero del suo contesto naturale, quello della strada, e della sua condizione esistenziale ripiegata su sé stesso.

Gretel, Clara Storti

Artista visiva e di circo, tra i fondatori di Quattrox4, Clara ha debuttato come autrice e interprete della sua opera prima, Gretel, nel 2021 a RomaEuropa festival. Adatto a spazi teatrali e chapiteaux, lo spettacolo circuita anche nel teatro ragazzi e nel teatro di prosa. In Gretel, l’universo delle fiabe e l’utilizzo di un immaginario estetico e narrativo surreale e fuori scala riescono a connettersi con temi umani più attuali come la migrazione e la capacità di superare difficoltà di adattamento. Il lavoro fisico è legato alla manipolazione di oggetti, equilibri e corda aerea. Ispirato alla fiaba di Hansel e Gretel, in Gretel ci si perde e ci si ritrova intorno al desiderio di una casa ideale capace di custodire i nostri affetti.

(foto di Alessandro Villa)

Miss SBarbie, Morgana Morandi

Artista di circo con un passato da ginnasta, allieva Flic al primo spettacolo da autrice, Morgana inizia a creare Miss SBarbie – a punk collective history on our messy bodies nel 2022 da una prima idea di ricerca targata Quattrox4 durante la residenza di ricerca La Parola ai corpi, MissBarbie è un solo per un pubblico interagente di tutte le età. Finalista circusnext per l’anno 2024, è un lavoro sul corpo, sul gioco e sul potere che mette al centro la riappropriazione di un simbolo, quello della Barbie – prima bambola dal corpo adulto nelle mani di una bambina – che ha imprigionato l’immaginario femminile con i suoi canoni estetici ma che è altresì un simbolo di liberazione per l’immaginazione. L’ambivalenza della bambola, che si permette una vita adulta in un corpo per la prima volta, adulto.

No Panic, Giuliano Garufi

Diplomato alla scuola INAC in Portogallo e alla scuola francese Arc En Cirque di Chambéry, Giuliano inizia nel 2022 a sperimentare con un solo di clown e giocoleria. Al centro, il tema del problem solving e un personaggio dall’attitudine scandalosamente tranquilla. Con l’occhio esterno di Alejo Gamboa della compagnia Alta Gama e del clown Fabrizio Rosselli, No Panic traccia la storia di un giocoliere che non si ricorda come essere sé stesso in scena, instaura un conflitto con la gravità e con un armadio che si ribella alla sua funzione di oggetto.

(foto di Damira Kalajzic)

Il Cappotto, Davide Perissutti


Direttore artistico di Festival Terminal e Circo all’Incirca, precedentemente anche compagnia di circo e teatro di strada, Davide inizia la sua avventura come organizzatore nel 2016 in parallelo a quella di autore circense. Dall’esperienza personale della perdita di una casa, scopre un mondo sconosciuto, quello assicurativo e bancario e la sua burocrazia e procrastinazione, rendendosi conto dell’attualità del personaggio tratteggiato dal racconto omonimo di Gogol. Il Cappotto racconta le difficoltà della burocrazia ai bambini e tratteggia il mondo della gente comune alle prese con un impianto burocratico opprimente. Lo spettacolo è stato ripreso nel 2021 durante la pandemia e ha debuttato a Mittelfest nel 2023.

Piume, Elena Burani


Artista di circo e direttrice del Dinamico festival, dopo la formazione alla Flic di Torino studia teatro e danza e negli ultimi anni si specializza in metodo Feldenkrais. Dopo un’intensa carriera tra Italia e Regno Unito, decide di abbandonare la dimensione aerea a favore del canto e dello studio del clown. Piume, danza tragicomica tra assurdo e verità, esplora il tema dell’attesa e trova la sua ricezione ideale in un pubblico di adolescenti o femminile. Lo spettacolo ingloba la danza e il teatro nel rapporto con l’oggetto in scena, non più una corda verticale, ma un secchio del latte dell’azienda agricola dei suoi genitori.

(foto di Alessandro Villa)

La Donna Lampada, Laia Picas


Catalana ma udinese di adozione, Laia Picas è La Donna Lampada, un solo che combina presenza estetica ad un messaggio profondo e che coinvolge un’equipe multiforme. In scena, Laia si destreggia sulla corda e utilizza i paralumi creati per lei dall’artigiano Michael Genovese e la tecnica è a cura di Paolo Tonezzer. Il processo creativo è diventato anche un racconto multimediale grazie a Lucrezia Ficetti e Alessio Ferreri, mentre gli artefatti di un’illustratrice accompagnano lo spettacolo con una mostra. Alla cura dei testi anche Gaia Vimercati e come occhio esterno l’artista catalana Griselda Juncà. L’ispiratrice del progetto è la filosofa Marina Garcés e il suo concetto di immaginazione critica. Dopo due anni, la creazione si avvia verso la sua forma finale e la compagnia è in procinto di comprare una struttura aerea per un piccolo tour nei piccoli paesi del Friuli e della Slovenia.

Per una condivisione di istanze future

Prendendo visione in modalità collettiva di tutti i progetti sostenuti per un biennio da SOLO BUT NOT ALONEtraspare il carattere forte e distintivo dell’operazione culturale che ne sta alla base, la singolare qualità e vivacità di ciascun autore, una chiara visione artistica e organizzativa della traiettoria da parte di ciascun gruppo, e nell’insieme sicuramente anche la sinergia di intenti che li sostiene. La seconda attività della giornata condivisa tra operatori e compagnie ha visto impegnati i partecipanti in due gruppi distinti per ragionare in gruppo sugli aspetti fondamentali della filiera artistica, comunicazione, distribuzione e il futuro del circo in Italia.

Che cosa manca al circo contemporaneo per incentivare in Italia la sua gemmazione e programmazione, quali sono i desiderata del settore che accomunano artisti e programmatori? Il fine dell’esercizio di scambio e riflessione non è stato l’approdo a risposte definite, piuttosto ha evidenziato il bisogno di condividere i punti chiave di un discorso intorno al genere e alle sue necessità produttive attraverso una discussione aperta.

Come ha senso strutturare la diffusione in Italia, ha ancora senso la figura del diffusore e perché? Se come compagnia voglio propormi a un’istituzione, o in quanto teatro o circuito voglio ricevere proposte da un’artista per la mia stagione, cosa non può mancare nei materiali di presentazione di uno spettacolo? Cosa possono mettere in atto gli artisti e gli operatori per migliorare il futuro del circo contemporaneo in Italia? Dal risultato condiviso dalle due squadre al termine della tavola rotonda, emergono aspetti complementari e condivisi.

Dal punto di vista degli operatori culturali, la chiarezza dei materiali di comunicazione e la scheda tecnica, spesso basilare per capire le esigenze logistiche e di produzione di uno spettacolo di circo all’interno di un contesto teatrale, sono basilari. Un referente presente all’interno della squadra artistica in carico dell’organizzazione è necessario per agevolare i passaggi dall’ideazione dell’evento alla sua realizzazione, permettendo così all’artista di dedicarsi alla sua pratica artistica e agevolando il programmatore nella gestione di tutte le fasi preparatorie e di accoglienza del progetto.

Conclusioni

Dal punto di vista degli artisti di circo, invece, emerge un tratto fondamentale: la necessità di essere compresi in quanto autori, spesso fortemente multidisciplinari e non aderenti a una singola categoria predefinita tra danza, performance e circo, ma anche il bisogno di essere riconosciuti come esempi di spettacolo destinati a un pubblico adulto, non forzatamente confinati a una programmazione pomeridiana o, in quanto circo, necessariamente tout public. L’incontro con SOLO BUT NOT ALONE lascia un’impronta creativa rivolta a un futuro che riconosce il circo contemporaneo italiano e ne accoglie le istanze variegate. SOLO BUT NOT ALONE chiude un suo ciclo di intenti e connessioni dentro e fuori i confini nazionali che ha permesso l’avviamento di produzioni artistiche altrimenti accantonate. Cosa succederà in futuro quando il progetto non sarà più attivo? Le dinamiche in atto consegnano al presente italiano possibilità in divenire che si scontrano con il futuro incerto del sostegno alla creazione circense nel paese. Quello che resta è la qualità originale e matura di queste istanze e la volontà degli artisti nel proseguire la loro storia professionale.

Una versione in inglese del presente articolo è stata pubblicata qui

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